AGRATI INVESTE NEGLI STABILIMENTI NEL NORD DELLA FRANCIA E SI PREPARA AL PASSAGGIO ALL’ELETTRICO

La tendenza va verso le auto elettriche.
Con due siti nell’Hainaut, a Vieux-Condé e Fourmies, Agrati sta investendo sempre di più per produrre nuove viti che si possano adattare ai cambiamenti tecnologici in atto nel settore.
Beneficiando in parte dei fondi del piano di rilancio dello Stato, il gruppo ha deciso di investire sui suoi tre siti francesi (due nel Nord e uno in Savoia).
L’investimento si realizzerà tra qualche mese con l’arrivo di due nuove macchine.
Una a Fourmies che permetterà la fabbricazione di viti con un diametro di 6 mm, e una a Vieux-Condé capace di filettare le viti lunghe.
“Siamo referenziati sulle due principali piattaforme di PSA (diventata recentemente Stellantis)”, analizza Marc Puech, France Marketing & Communication director.
L’idea è quindi quella di fornire viti lunghe per le suddette piattaforme, ma anche soddisfare la domanda dei clienti in termini di elettrificazione.
Il mercato è in piena espansione e alcuni elementi di produzione possono differire dai modelli a combustione.
“Questo creerà nuovi mercati per noi”, dice Marc Puech, che riconosce la difficoltà nel calcolare l’impatto in termini di fatturato.
“La tendenza al momento vede una forte trazione dell’ibrido nei confronti dell’elettrico, e queste auto hanno entrambi i motori, uno a combustione e uno elettrico”.

Con la partecipazione al consorzio europeo Marbel, Agrati contribuirà alla progettazione e all’approvvigionamento di tutti gli elementi di fissaggio per la produzione dei pacchi batteria Marbel, e lavorerà alla stesura e diffusione delle linee guida e degli standard per l’adozione sul territorio europeo delle soluzioni che verranno sviluppate.
“Tuttavia, questo programma non avrà un impatto immediato in termini di produzione sui siti di Fourmies e Vieux Condé, poiché è un progetto che si protrarrà nel tempo e durerà circa tre anni e mezzo” spiega Marc Puech.

A causa della crisi sanitaria, i siti di Agrati nel nord della Francia sono stati chiusi durante il primo lockdown, nel marzo 2020. Il fatturato previsto per lo scorso anno (129 milioni di euro) è stato abbassato a 99 milioni di euro.
Anche l’inizio del 2021 non è stato entusiasmante: “Oltre al Covid, ci sono difficoltà di approvvigionamento per i produttori di semiconduttori (utilizzati per i chip elettronici nelle automobili, ndr) e tutto ciò ha un effetto importante anche su di noi, che siamo uno degli ultimi anelli della catena.
Per quanto riguarda l’occupazione, la riduzione dell’orario di lavoro ha aiutato a superare la crisi sanitaria, e al momento non è previsto nessun piano di tagli.
Con i nuovi investimenti, l’obiettivo rimane quello di preservare i posti di lavoro”.

Fonte: La Voix Du Nord – Giornale francese

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